Trapianto di cuore: un giorno basterà un cerotto

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Un cerotto bionico per ricostruire i tessuti cardiaci. La scoperta innovativa che viene da Israele

Quando il bisogno umano di migliorare il proprio vivere sociale e la propria salute incontra la dedizione e il pensiero critico di menti eccelse i risultati sono tangibili e meritevoli di attenzione e riconoscimenti. É il caso del progetto rivoluzionario che sarebbe in grado un giorno di sostituire un trapianto cardiaco con un “semplice” cerotto.

Quello che il dottor Tal Dvir, ideatore del programma di ricerca, si augura è che un giorno non molto lontano possa, questo nuovo dispositivo, aiutare la rigenerazione dei tessuti cardiaci senza interferire con la salute del paziente, con altri organi e con tutta una serie di problematiche che per forza di cose di incrociano in momenti di fragilità fisica di un paziente colpito da patologie simili.

Si tratta di un cerotto per alcuni versi di natura organica e per altri a composizione elettronica, high tech, potremmo definirli. Si tratta di cellule e sensori, costruiti con materiali assolutamente biocompatibili, di cellule propriamente organiche che scongiurando ogni rischio di rigetto sono in grado di integrarsi con quelle del paziente e interagire dunque con elettrodi ed elettrostimolanti presenti nel cerotto-dispositivo. Non solo sarà in grado di codificare informazioni, monitorare la salute e le frequenze cardiache ma anche di rilasciare gradatamente, con una terapia ben programmata, il dosaggio del medicinale opportuno per la patologia connessa. Un cerotto intelligente oltreché bionico che potrebbe anche ridurre i casi di trapianto cardiaco.

Una gran bella svolta, quella dell‘Università di Tel Aviv e del dipartimento di biologia molecolare e biotecnologie guidato dal dottor Dvir che da anni si occupa di Tissue Engineering e di elettronica applicata alla rigenerazione dei tessuti. Agisce dunque come un riparatore di cellule e tessuti che, quando gravemente colpiti, da patologie cardiache, infarti o insufficienze croniche necessitano di interventi chirurgici e terapeutici spesso aggressivi o invasivi.Un esempio calzante per comprendere l’enorme potere innovativo che questo cerotto bionico porta con sé è se pensiamo ai tumori: con questa tecnologia si potrebbe tranquillamente sostituire la terapia della chemioterapia con l’impianto del cerotto che gradatamente rilascerà il farmaco solo nella zona interessata, riducendo così le controindicazioni e difendendo gli altri organi o tessuti da terapie più aggressive e poco localizzabili in relazione al disturbo da correggere.

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Il caso in oggetto del cerotto bionico è solo uno dei tanti esempi in grado di dimostrarci quanto un’attenzione pubblica più partecipativa al tema dell‘innovazione, della Ricerca & Sviluppo, non sia solo moralmente condivisibile ma socialmente necessaria. Ed è anche per questo che i poteri pubblici nazionali e internazionali dovrebbero prestare più attenzione e sostegno alle idee innovative che come questa, sono in grado di cambiare in meglio la vita dell’uomo, soprattutto quando attengono alla sua salute e quella delle generazioni future.

Investire in innovazione, opere d’ingegno e brevetti, frutto di ricerche e studi è forse l’unico modo che abbiamo per edificare una società responsabile e qualitativamente evoluta, per un futuro possibile, sostenibile, comodo ed equo.

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[Fonte] [Crediti Foto Copertina]

 

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