Ada Lovelace: computer e intelligenza aritificiale
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Augusta Ada Byron, conosciuta al grande pubblico come Ada Lovelace era l’unica figlia legittima del celebre poeta inglese, Lord Byron, è lei che diede alla luce la prima idea di computer… e notevoli impulsi per un concetto tutto moderno di intelligenza artificiale.
Dopo la separazione la madre fu l’unica a crescere Ada e per impedire che si interessasse anche solo lontanamente alla poesia all’età di 17 anni fu istruita in matematica e scienze da William Frend, William King e Mary Somerville. Successivamente fu Augustus De Morgan docente dell’Università di Londra ad istruirla anche su algebra, logica e analisi. Sviluppò nel corso del tempo abili doti pur non disdegnando le arti e la fusione interdisciplinare tra scienza, musica e poesia.
Fu l’incontro con Charles Babbage ad essere decisivo. La Lovelace fu da subito attratta sui suoi studi sulla macchina differenziale
La macchina avrebbe utilizzato il sistema decimale e sarebbe stata alimentata in modo meccanico tramite il movimento di una maniglia che avrebbe fatto girare gli ingranaggi.
Il governo britannico inizialmente finanziò il progetto, ma in seguito, quando nel 1842 ricevette da Babbage la richiesta di nuovi fondi nonostante lo sviluppo della macchina sembrasse a un punto morto, decise di abbandonarlo.
La soprannominò “L’incantatrice dei numeri”.
Nel 1842 fu incaricata di tenere un seminario sulla “macchina analitica” presso l’Università di Torino, qui conobbe l’ingegnere Luigi Manebrea. Per suggerimento del “maestro” Ada, ne tradusse alcuni scritti prodotti durante la conferenza di Baggage aggiungendovi delle note che diventarono poi i suoi più importanti contributi in merito. I nuovi incontri e i nuovi stimoli di Ada portarono alla pubblicazione di queste note su The Ladies Diary e Scientific Memoirs di Taylor sotto le iniziali A.A.L.
Il motivo per il quale viene oggi considerata da tutti come la prima programmatrice di computer risiede proprio in questi appunti
In questi scritti la sua lungimiranza.
Concetti troppo ancora acerbi per i tempi, come intelligenza artificiale, o la sua fervida consapevolezza che le macchine analitiche sarebbero divenute l’ABC della scienza. Nei suoi scritti immaginava, ad esempio, che, supponendo di riuscire a tradurre le regole dell’armonia nella forma di operazioni astratte, la macchina avrebbe potuto comporre brani musicali di ogni complessità.
Le note furono pubblicate nuovamente nel 1953, quasi un secolo dopo la sua morte (all’età di 36 anni). Fu qui che ci si rese conto che negli appunti dell’Incantatrice dei numeri si celavano le basi del primo modello per il computer dotato di software. Perché al loro interno ne descrive un algoritmo come base funzionale per la macchina analitica per calcolare i numeri Bernoulli (il primo programma informatico della storia).
Nel 1979 il Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti finanziò uno studio per unificare i linguaggi di programmazione da utilizzare poi sui propri sistemi e lo chiamò ADA in suo onore. Dal 2008 British Computer Society bandisce con regolarità una gara per le donne nel mondo dell’Informatica.
So you never doubted your abilities?
That brain of mine is something more than merely mortal; as time will show.
[Ada Lovelace: My brain is more than merely mortal, apparso su NewScientist]
Si celebrano giorni in sua memoria, per giornate facente capo a temi come il riconoscimento delle donne nella tecnologia e nella scienza. Il primo che si ricorda risale al 25 marzo 2009, nel 2011 invece l’Ada Lovelace Day è stato celebrato il 7 ottobre, nel 2012 il 16 dello stesso mese, poi il 15 e l’anno scorso il 14.
A lei si ispira anche un film del 1997 con la giunonica Tilda Switon, “Conceiving Ada” diretto da Lynn Hershman Leeson. Qui si respira l’angoscia per i meriti non riconosciuti, per le discriminazioni di genere e per una vita dedicata ad uno studio, forse ancora, dominio dell’uomo.
Il Museo Piemontese dell’Informatica-MuPIn le ha dedicato l’evento: “Finding Ada” in occasione della giornata nazionale così globalmente riconosciuta, per corredarlo al tema: “Il sessismo nelle professionalità legate al mondo dell’ICT”. Ada Lovelace Day nasce nel 2009 dall’iniziativa di Suw Charman-Anderson mossa dalla evidente e persistente divisione (e discriminazione) dei ruoli nel settore tra uomo e donna, particolarmente marcata in Italia a partire dall’ambito accademico.
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