Best Practices Expo 2015: gli oliveti del Mediterraneo
[space height= “10”] Best Practices Expo 2015: premiate a Milano le priorità di gestione delle risorse naturali, il Mediterraneo al centro della tutela degli oliveti secolari.
Che il Mediterraneo sia la culla primaria di produzione di olive non è una novità, ma che il piano di azione mosso a difesa degli stessi sia risultato essere uno dei più premiati tra le 700 proposte di Best Practies è una sorpresa che inorgoglisce uno dei paesi più importanti per la produzione di olio di oliva, l’Italia.
L’intervento disponibile su White Paper-Sustainable Natural Resources Management ha visto il contributo essenziale della Regione Puglia di concerto con il Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare per l’ideazione di una “strategia comune” al fine di affrontare temi come la salvaguardia del patrimonio tradizionale e culinario degli uliveti secolari. Il “patto comune” prevede l‘adesione dei massimi produttori del Mediterraneo, Grecia, Libano, Spagna, Portogallo e Tunisia, e prevede la costruzione di solide basi per stabilizzare la vita familiare e produttiva dei piccoli coltivatori, attraverso misure per preservare la produttività degli alberi d’ulivo riducendone i costi di lavorazione e, inoltre auspica la ripresa del settore attraverso politiche mirate e coadiuvate dalla presenza di esperti del settore, tecnici che conoscono approfonditamente e in maniera diretta le esperienze dei coltivatori.
Il nostro ministero farà da coordinatore al piano di intervento previsto dalle Best Practies Expo 2015, collaborando con i paesi che saranno coinvolti e, attraverso una prima fase, preliminare, sarà in grado di consigliare le strategie adatte dopo un’attenta valutazione delle specificità nazionali, le informazioni riguardando la qualità degli uliveti secolari che ognuno di essi possiede.
I Paesi partecipanti hanno già firmato un piano di azione contenente le iniziative proposte, le politiche da intraprendere le pratiche da mettere in atto, contestualmente hanno prodotto e fornito una quantità di documenti, ricerche e analisi a supporto delle pubblicazioni scientifiche. C’è da dire inoltre che i primi interventi decisi partiranno per la regione Puglia e per una zona della Grecia, come apripista del progetto di salvaguardia degli olivi secolari.
È un prodotto importante e un risultato sperato. Quando Expo Milano 2015 ha voluto creare una zona dibattito utile per il reale miglioramento della salute del Pianeta ha di fatti voluto premere l’acceleratore sui temi e i traguardi più auspicabili per fare del business con le nostre risorse e per lasciare alle generazioni future un pianeta in ottima salute. Per migliorare lo stile di vita dell’uomo interviene l’invenzione, l’innovazione; temi caldi come questo consentono al tempo stesso di rivolgere uno sguardo al passato, al recupero delle tradizioni, usi e costumi, reinventandoli e contestualizzandoli ai tempi nostri, con le più avanzate tecnologie e, grazie alla consapevolezza di ciò saremo in grado di distinguere e mostrare a noi stessi (anche) di cosa siamo ancora in grado, rispettando il pianeta e le sue risorse, garantendoci (solo in questo modo) ancora altro tempo e progresso eticamente orientato. La salvaguardia delle tecniche per l’agricoltura e delle produzioni di sostentamento per il pianeta, oggi più che mai richiedono l’intervento della scienza, di quella che pensa alle prossime generazioni e alla salute ad ogni costo. Ed Expo Milano 2015 si sta facendo carico di una forte responsabilità per l’uomo, la sua alimentazione e il suo ambiente.
Tra queste, risolvere annose questioni, come le capacità produttive e commerciali del Mediterraneo non sono da sottovalutare. La tutela del patrimonio e delle risorse più significative può e deve essere al centro della Ricerca e al centro degli interessi delle istituzioni.
La coltivazione di olio, infatti è maggiormente diffusa nel Mediterraneo, l’Unione europea occupa l’80% della produzione mondiale (Italia, Grecia, Spagna e Portogallo). L’olivicoltura ha notevole importanza per l’economia rurale, ma anche per il patrimonio culturale e ambientale.
Risultati come questi, il riconoscimento delle Best Practies sono frutto di anni di esperienza, studio e ricerca di chi da scienziato si interroga sul migliore futuro dell’uomo, e senza la produzione e la circolazione del Know How non sarebbe stato possibile. L’innovazione delle volte passa anche per il passato perché a volte può bastare un piccolo cambio di posizione per cambiare modo di vedere le cose, approccio e soluzione, a problemi comuni.
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