Incentivi per Industria 4.0, verso un piano strutturale e strutturato per l’innovazione

Si è svolto stamattina a Roma l’atteso incontro tra le imprese e gli esponenti del Ministero dello Sviluppo Economico per discutere del futuro del piano Industria 4.0 – Impresa 4.0, che in realtà aveva l’obiettivo più ampio di definire un percorso per supportare le imprese nel loro percorso di innovazione e trasformazione digitale.

Presenti all’incontro diverse associazioni di imprese – Confindustria, Confindustria Digitale, Ucimu – Sistemi per Produrre, Anima, Confartigianato, CNA, Confcommercio e Federmanager – che si sono confrontate con esponenti del Ministero come Mario Fiorentino, responsabile della Direzione generale per la politica industriale, la competitività e le piccole e medie imprese, Marco Calabrò, dirigente della stessa area, Daniel De Vito, Capo della Segreteria tecnica del Ministro, e Salvatore Barca, Segretario Generale del Ministero.

L’incontro è avvenuto in un clima giudicato positivo e costruttivo dalle associazioni sedute al tavolo, che si sono confrontate per trovare una strada efficace per la prosecuzione del programma di incentivi per Industria 4.0, l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese. Un momento dedicato all’impostazione del lavoro e al confronto sulle idee. “Un incontro interlocutorio che è stato utile per riavviare il confronto tra governo e parti sociali sulla strategia per l’innovazione, adeguando e aggiornando gli strumenti previsti”, ha commentato Andrea Bianchi, direttore delle Politiche industriali di Confindustria.

Una nuova strategia per l’innovazione

Per il Ministero i nodi da sciogliere sono quelli che ci ha recentemente raccontato Marco Calabrò in un’intervista: ampliare il bacino di utenza degli incentivi, coinvolgendo maggiormente micro e piccole imprese e le aziende del Sud; evitare gli abusi (anche involontari) che si stanno registrando su alcuni strumenti; cercare di spostarsi da una logica di macchina a una logica di impianto se non di filiera; dare supporto alla formazione delle competenze; passare da una logica di interventi straordinari a una logica strutturata.

Dal canto loro le imprese chiedono continuità con gli interventi in essere e un maggiore respiro temporale. E proprio su questo punto il primo elemento emerso nell’incontro è la volontà di tutti i soggetti – Governo compreso – di mettere a punto una nuova strategia per l’innovazione che però si ponga in continuità con le cose che, finora, hanno dimostrato di funzionare.

Un piano strutturato e strutturale

Il secondo elemento è quello di passare da una logica di misure-shock, il cui effetto sembrerebbe terminato – a un pacchetto strutturato e strutturale a sostegno dell’innovazione che tenga anche conto dell’esigenza sempre più pressante di supportare la formazione e il re-skilling di lavoratori, manager e – vedremo – anche degli imprenditori.

Che cosa significa strutturato e strutturale? Strutturato significa che le misure devono essere coordinate, magari trasferite in un testo unico dell’Innovazione che sia da riferimento per le imprese che vogliono fare investimenti, e di respiro temporale pluriennale (almeno 2-3 anni).

Strutturale significa che occorre lavorare a rafforzare alcune “basi” che ancora sono deboli: rafforzare le infrastrutture (banda larga, per esempio), intervenire sull’innovazione e il trasferimento tecnologico (Competence Center e Digital Innovation Hub), lavorare sul tema della formazione delle competenze rinforzando ITS e lauree STEM, per esempio.

Strumenti automatici e qualificati

Come accennavamo la riunione odierna aveva l’obiettivo di raccogliere orientamenti e proposte, ma senza entrare nel dettaglio delle “variabili quantitative”, che dipenderanno ovviamente dalle disponibilità di risorse che saranno previste nella prossima legge di bilancio. Su questo comunque si tornerà a discutere a settembre, quando è stato programmato un nuovo incontro in cui le associazioni si presenteranno al Ministero con una proposta concreta che metta nero su bianco un possibile set di incentivi da inserire nella prossima manovra.

Per quanto riguarda gli strumenti sono emersi diversi orientamenti. “Il punto – ha sottolineato Bianchi – è trovare un equilibrio tra strumenti che siano qualificati e selettivi e soluzioni automatiche e di semplice attuazione. Su questo la nostra idea è che l’attuale sistema dell’iperammortamento sia il giusto compromesso”.

Il mega ammortamento e il credito d’imposta per l’innovazione 4.0

Quali sono quindi le strade? Una prima – caldeggiata per esempio da Ucimu – è mantenere gli attuali super e iperammortamento e affiancargli un “mega-ammortamento” che vada a premiare i progetti di sistema in cui appunto l’investimento non riguarda più solo una macchina, ma un impianto e si estenda a monte o a valle dell’impresa in un’ottica di filiera.

Un secondo approccio è invece quello di creare un credito d’imposta per l’innovazione 4.0, sulla falsariga di quello esistente per le attività di ricerca e sviluppo. Questa misura potrebbe a sua volta essere definita in due possibili modi: o un’estensione dell’attuale credito d’imposta per la ricerca e sviluppo, che diventerebbe credito d’imposta per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, oppure aggiungere all’attuale credito d’imposta per la ricerca e sviluppo uno strumento ulteriore che finanzi i progetti di trasformazione industriale supportando le aziende che investono in macchinari, consulenze, banda larga e ricerca sui temi 4.0.

Le conferme

Da ultimo, si è sottolineata l’importanza di confermare uno strumento come la Sabatini – nella sua versione tradizionale e in quella “super” o “tech” per gli investimenti 4.0: il più longevo degli incentivi che sta dimostrando di essere apprezzato dalle imprese.

Per quanto riguarda il credito d’imposta per la formazione 4.0, oltre alla proroga, è emersa la richiesta di trovare un modo di estendere l’incentivo non soltanto al personale dipendente, ma anche a manager non dipendenti e soprattutto imprenditori. Un tema, questo, molto caro alle aziende artigiane in cui l’imprenditore ha un ruolo attivo nella vita quotidiana dell’organizzazione aziendale.

fonte pmi.it

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